Il regime di Porto Franco a Trieste
di PGParovel
I Punti Franchi di Trieste sono in regime di Porto Franco internazionale, per cui le merci possono essere sbarcate e imbarcate, depositate, movimentate, manipolate, lavorate e trasformate senza controlli né oneri doganali. Sulle merci, operazioni e navi mercantili possono essere imposti solo oneri per servizi prestati.
Gli operatori, anche comunitari, possono quindi creare liberamente in franchigia depositi e fabbriche di merci da vendere o rivendere in tutto il mondo, anche tra Paesi comunitari, con o senza lavorazioni e
trasformazioni.
Anche gli operatori italiani possono immagazzinare e lavorare qui la merce come se fosse uscita dall’Italia e dall’UE, rivenderla in altro Stato senza imposizione fiscale od importarla in Italia con diritti doganali differiti a 180 giorni ed interessi dimezzati.
Il Direttore (attualmente Presidente dell’Autorità Portuale) ha gestione autonoma, piena e diretta sulle opere, i lavori e le installazioni di Porto Franco, e l’obbligo inderogabile di mantenerlo tale nella massima efficienza. Non può pertanto destinare o concedere le aree o loro parti ad usi diversi da quelli di Porto Franco, ed i suoi eventuali atti in tal senso (come le concessioni ora prospettate) sarebbero – notoriamente – nulli. Con tutte le conseguenze del caso.
© 2 Ottobre 2010