Basta nomine politiche al Porto: assumere esperti internazionali!
di PGParovel
Una necessità semplice ed evidente su cui occorre mobilitare tutta l’opinione pubblica triestina
Come in tutte le economie locali degradate, anche a Trieste il malaffare dominante è quello della speculazione edilizia garantita da rapporti speciali tra politici e cartelli dominanti di costruttori. Con ovvi guadagni non leciti per ambedue le parti.
Noi abbiamo incominciato ad occuparcene con le inchieste dei numeri scorsi, partendo dal duplice scandalo della speculazione personale illecita da 200.000 euro del Sindaco Dipiazza con un terreno del Comune, e dell’omertà con cui lo coprono tutte le forze politiche, sino a spiegarla con ancor maggiori abusi speculativi tra maggioranze ed opposizioni politiche, di ieri e di oggi.
Ma a Trieste c’è anche, in parallelo, il malaffare delle mani dei politici sul porto, che è la prima risorsa vitale della città. Affidata invece sistematicamente ad incompetenti tecnici (non accade per nessun altro porto serio al mondo), con l’eccezione delle presidenze Lacalamita e Boniciolli, per farne un feudo di basse clientele. Trascurandone perciò tutte le straordinarie potenzialità: sia quelle tecniche, per posizione e fondali, sia quelle giuridiche del suo status di porto franco internazionale. Che non si limita ai Punti Franchi, è radicato nel Trattato di Pace di Parigi del 1947 sotto garanzia delle Nazioni Unite, e non è per nulla decaduto con la mancata costituzione del collegato Territorio Libero di Trieste.
Mentre il fatto che in Italia vi siano da sempre ovvi, noti e potenti interessi contrari mossi dai porti concorrenti non giustifica, ma semmai aggrava, i comportamenti parassitici e collaborazionisti dei politici locali che si fanno votare promettendo tutti di difendere Trieste.
Da qualche anno questa stessa classe politica locale, ulteriormente peggiorata nella qualità, sta perpetrando il tradimento finale: far entrare i compari della speculazione edilizia anche nel porto, consegnando loro i vasti e preziosi spazi di Punto Franco del Porto Vecchio. Con la scusa del vuoto e del degrado cui sono abbandonati, e della presunta inattualità economica delle zone franche.
Sulle zone franche imbrogliano, come si vede dall’articolo qui sotto, e quel vuoto e degrado non derivano affatto da un’inutilità attuale del Porto Vecchio. Sono stati causati e vengono mantenuti proprio dalle gestioni incompetenti e parassitiche della stessa classe politica che adesso insiste a volerlo svendere. Contando, ovviamente, su nuovi e congrui guadagni sottobanco (chi non l’abbia ancora capito farà bene a svegliarsi).
Ed è a quello stesso scopo che per l’imminente successione del tecnico Boniciolli a Presidente dell’Autorità Portuale non ci stanno riproponendo una soluzione decente, come riconfermarlo e smettere di sabotarlo, ma un’ulteriore serie agghiacciante di vecchi e nuovi candidati politici incompetenti. Alcuni dei quali sono pure notoriamente tra i sabotatori.
Dietro le stupide vanterie di benessere di troppi politici sbruffoni Trieste sta vivendo in silenzio una crisi del lavoro mostruosa, che precipita nella miseria un numero crescente di concittadini. E potrebbe trovare sollievo, diretto ed indotto, solo nel rilancio del porto e delle attività emporiali (Trieste ha la maggiore capacità di magazzinaggio del Mediterraneo).
Questo significa che per sopravvivere noi triestini non possiamo più permettere a quei politicanti di parassitarlo, e tantomeno di venderlo agli speculatori dell’edilizia.
Occorre quindi incominciare a rispondere duro, con una prima richiesta popolare chiara e sensata: che il nuovo presidente dell’Autorità Portuale, se non riconfermato, venga scelto finalmente tra esperti stranieri indipendenti di sicura competenza e fama internazionale.
E su questa proposta, se necessario, si potranno raccogliere le firme dei cittadini, dicendo chiaro e tondo che si toglierà il voto a qualsiasi politico esiti o si opponga.
È ora, insomma, che la gente di questa nostra città incominci ad esercitare un controllo democratico diretto sulle proprie sorti, senza più abbandonarle in mano ad incapaci e trafficanti più o meno votati.
E questo può essere un buon inizio.
© 25 Settembre 2010