La Voce di Trieste

Paghino i colpevoli, non i truffati!

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Bonifica della zona industriale inquinata: minacciate centinaia di imprese e migliaia di lavoratori, rischi di mafia

La zona industriale di Trieste è stata creata e viene gestita dall’EZIT, ente amministrato dai politici, che vi hanno lasciato riversare per decenni enormi quantità di inquinanti tossici, rivendendo alle imprese i terreni avvelenati come sani: una truffa colossale, sistematica e scandalosa. C’è persino chi si è trovato coi muri pericolanti perché il terreno era impregnato di idrocarburi.

L’intera area ed il settore industriale del porto sono finiti così tra i Siti Inquinati Nazionali (SIN) individuati dal Ministero dell’Ambiente con obbligo di bonifica, i cui costi enormi dovrebbero esser pagati dagli enti pubblici e dai politici responsabili. Che invece vogliono addebitarle, con l’appoggio del governo, alle imprese già truffate e danneggiate: una seconda truffa gigantesca, che affonderebbe centinaia di imprese con migliaia di posti di lavoro, costringendole a chiudere, svendere a chiunque o trasferirsi oltreconfine.

Poiché imprese e lavoratori hanno trovato la forza di opporsi, i poteri politici locali e il governo tirano in lungo tentando di minimizzare, stancarle e dividerle.

Non ci sono dubbi su chi siano i responsabili civili e penali delle discariche tossiche: gli enti pubblici competenti, i loro funzionari ed amministratori politici e le imprese che se ne sono servite. Senza prescrizioni, perché gli effetti sono permanenti, gravissimi e concretano reati di disastro ambientale.

Rimane da chiarire come e perché siano invece continuati quasi sempre impuniti sino a tempi recentissimi, finendo ridotti a reati istantantanei  (cioè compiuti ed esauriti all’atto della discarica) di privati o ditte, e trascurando le responsabilità istituzionali. Mentre una causa pilota contro l’EZIT è stata sorprendentemente sbagliata dal legale dell’imprenditore danneggiato (e poi del presidente dell’ente). Ne abbiamo i documenti. Ed ora si tenta persino di affidare i rilievi tecnici degli inquinamenti allo stesso EZIT, che essendone corresponsabile primario potrebbe avere interesse a minimizzarli.

Mentre i partiti coinvolti (quasi tutti) hanno inscenato la solita commedia ruffiana di arroganze ed ipocrisie, tra diktat minacciosi del governo proclamati dal sottosegretario triestino Roberto Menia, e farfugliamenti opportunistici dei politici locali di maggioranza ed opposizione.

Mostrando tutti di non capire, o tacendo, l’altro aspetto devastante di questo nostro nuovo dramma del lavoro: estorcere alle imprese truffate anche i soldi delle bonifiche indebiterebbe molte di quelle che non chiudono e non potrebbero ricorrere alle banche,  aprendo la strada  agli onnipresenti riciclatori di capitali della criminalità organizzata. Consolidandone anche a Trieste un’avanzata sulla quale i palazzi della politica nostrana e nazionale devono già, da tempo, spiegazioni sia ai cittadini che agli organi inquirenti.

P.G.P


© 8 Maggio 2010

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