La Voce di Trieste

Cinghiali: le soluzioni ragionevoli

Le Amministrazioni provinciale e comunale di Trieste (vice presidente della Provincia di Trieste  Godina, sindaco Dipiazza) hanno affrontato alcuni problemi creati da cinghiali semidomesticati alla periferia cittadina con multe a chi li nutre e con un piano di abbattimenti. Cioè nei modi più brutali, non condivisi da buona parte della città e sbagliati: esistono altre soluzioni, più etiche ed efficaci.

A Trieste in realtà il problema cinghiali , fuori dalla gestione ordinaria delle riserve di caccia (che è argomento diverso), si limita a quelli che danneggiano orti e vigne in zone periurbane critiche, come fanno in misura minore anche i caprioli, che inoltre attraversano le strade con minore cautela.
Pensare di risolverlo fucilando i “colpevoli” non fa che liberare il territorio di pascolo da cui tengono lontani gli esemplari confinanti, che dopo un po’ lo rioccuperanno loro, come accade per altre specie animali diffuse.
Altrove questi problemi coi cinghiali si affrontano con una combinazione intelligente di allontanamenti con disturbi rumorosi (battute senza armi), colture a perdere e dissuasive ed eventuali catture selettive con recinti ed esche di cibo.
Mentre qui i costi di risarcimento dei danni alle coltivazioni, che riguardano anche altre specie selvatiche, possono essere
risparmiati una volta per tutte finanziando recinzioni stabili adeguate. Per la sicurezza stradale è invece ovvio che sulle strade affiancate da boschi si debbano comunque imporre e far rispettare anche attorno alle città dei segnali e dei limiti di velocità adeguati.  
E poiché gli avvicinamenti di cinghiali alle abitazioni dipendono soprattutto dal fatto che molta gente li nutre, o abbandona in giro rifiuti commestibili, la dissuasione efficace va fatta con campagne d’informazione convincenti e non con la brutalità ottusa di multe sproporzionate.
Gli esemplari che si sia costretti a catturare possono venir raccolti e nutriti provvisoriamente in recinti che l’ENPA già possiede, affidandoli a volontari e poi a parchi zoo o zone di ripopolamento anche esteri, ovviamente non per la macellazione.  
Una specie di minizoo provvisorio, che si può anche far visitare utilmente al pubblico, alle scuole ed a chi si era affezionato agli animali catturati, raccogliendo così anche cibo e qualche soldino ed instaurando una serena gestione collettiva e consensuale dell’intero problema.
Qui invece si era cominciato già due anni fa con l’ammazzare in un lago di sangue persino un piccolo cinghiale che si era perso nell’esplorazione del cantiere dell’ex ospedale Santorio mettendosi a dormire al terzo piano, da dove bastava farlo riscendere nel parco con pochi minuti di pazienza.  
Non si comprende davvero perché i nostri amministratori pubblici di vario colore insistano a preferire le scelte più rozze persino in queste cose, finendo per alimentare in città anche una valanga di battute su quali siano i veri suini nocivi.
Sembrano non capire nemmeno che la gente incomincia a non valutare più le loro chiacchiere, ma i comportamenti concreti, a cominciare proprio dal grado di rispetto verso i più deboli, siano persone od animali. E li vede trattare sempre più spesso le persone in difficoltà come se fossero animali, e gli animali come se fossero cose.

 


© 1 Maggio 2010

Galleria fotografica

La locandina

Sfoglia online l’edizione cartacea

Accedi | Designed by Picchio Productions
Copyright © 2012 La Voce di Trieste. Tutti i diritti riservati
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trieste - n.1232, 18.1.2011
Pubblicato dall'Associazione Culturale ALI "Associazione Libera Informazione" TRIESTE C.F. 90130590327 - P.I. 01198220327
Direttore Responsabile: Paolo G. Parovel
34121 Trieste, Piazza della Borsa 7 c/o Trieste Libera
La riproduzione di ogni articolo è consentita solo riportando la dicitura "Tratto da La Voce di Trieste"