Elezioni a Trieste: il 52,6% rifiuta tutti i politici italiani
Analisi di Paolo G. Parovel
Le elezioni per il sindaco di Trieste si sono concluse con il ballottaggio del 19 giugno 2016, che ha dato la vittoria a due maggioranze diverse: una maggioranza assoluta formata dal 52,6% degli elettori, che ha rifiutato tutti i politici italiani astenendosi dal voto, ed una maggioranza relativa che ha eletto col 26,3% dei voti il candidato di una coalizione di centro-destra, Roberto Dipiazza.
Al candidato sindaco del centrosinistra guidato dal PD, Roberto Cosolini, è rimasto soltanto il 23,7% dei voti, mentre il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che in Italia ha conquistato Roma, Torino ed altre città, a Trieste ha ottenuto appena un 10% al primo turno, rimanendo escluso dal ballottaggio.
Un successo a due livelli
L’astensione del 52,6% degli elettori è un successo per il movimento indipendentista Trieste Libera, che ha scelto di sostenerla per boicottare le elezioni italiane nel Free Territory of Trieste affidato all’amministrazione del Governo italiano (e non dello Stato italiano).
La maggioranza relativa del 26,3% è invece un successo per la piccola ed eterogenea coalizione di centrodestra che è riuscita comunque a sconfiggere a Trieste il partito dell’attuale governo italiano di Matteo Renzi e di Debora Serracchiani. Tutti i candidati delle liste minori (inclusi alcuni falsi indipendentisti) erano state già spazzate via al primo turno di voto del 5 giugno.
La sconfitta clamorosa del PD
La sconfitta dei gerarchi del PD a Trieste è clamorosa, perché avevano usato come armi pesanti i due quotidiani locali (Il Piccolo e Primorski dnevnik), promesse di finanziamenti pubblici, visite di Renzi e dei suoi ministri (LINK), dichiarazioni di Serracchiani, operazioni diffamatorie (LINK), attacchi disonesti (LINK) e persino un falso volantino razzista.
Il motivo di questo impegno speciale è che il PD aveva bisogno di conservare il controllo diretto del Comune di Trieste per imporre la truffa internazionale sul Porto Franco Nord (LINK) con un’unica catena di potere tra il Governo Renzi, la presidente della Regione e vicesegretaria nazionale del partito Serracchiani, e dall’ex sindaco Cosolini.
L’evidente eccesso di pressione del PD ha invece aumentato il numero degli elettori che hanno scelto l’astensione proposta da Trieste Libera od il candidato di centrodestra. Il PD ha inoltre perso, come altrove, il sostegno della classe media e delle classi più deboli, perché non le rappresenta più da quando Renzi l’ha trasformato definitivamente in un partito d’affari radical-chic, arrogante ed inetto.
I numeri falsati e la realtà
Ora i partiti ed i media italiani tentano di nascondere la vittoria delle astensioni a Trieste evitando di parlare di Trieste Libera e raddoppiando le percentuali dei voti del centrodestra e del PD col trucco di riferirle al numero dei votanti, invece che a quello totale degli elettori. Così il 26,3 % del sindaco eletto Dipiazza viene spacciato come 52,6% % , ed il 23,7% dello sconfitto Cosolini diventa il 47,4%.
Ma la realtà è diversa, e nelle analisi degli osservatori internazionali che seguono la questione dell’attuale Free Territory of Trieste e del suo Porto Franco internazionale conta il fatto che il 52,6% degli elettori ha rifiutato tutti i politici italiani, e che questo conferma anche la correttezza delle scelte politiche del Movimento Trieste Libera e la sua rappresentatività.
© 20 Giugno 2016